lunedì 28 giugno 2010

La FNISM. Una storica associazione e il suo sito-rivista.

La Federazione Nazionale Insegnanti Scuola Media (oggi Federazione Nazionale Insegnanti) è stata fondata nel 1902 da Giuseppe Kirner e Gaetano Salvemini unificando le diverse associazioni di categoria allora attive. Sue finalità erano la valorizzazione del ruolo e della posizione degli insegnanti, la diffusione e il sostegno della scuola popolare, la tutela delle prerogative della scuola di Stato (di tutti e per tutti), la salvaguardia dei valori della cultura e della laicità. Sciolta nel ventennio fascista, la Federazione si ricostituì nel 1946 mantenendo una salveminiana posizione “metapolitica” di “partito della scuola”. Si è sempre battuta contro ogni forma di finanziamento pubblico delle scuole private, contro l’insegnamento della religione nella scuola dell’infanzia e in orario scolastico. Ha sostenuto l’unificazione della scuola media, l’introduzione degli organi collegiali, l’autonomia organizzativa, gestionale e didattica delle scuole. Coerentemente con la laicità e il pluralismo da sempre propugnati nella scuola e nella società, la FNISM prende posizione sui vari temi di attualità che, più o meno direttamente, toccano il mondo scolastico, spesso unitamente ad altre associazioni professionali. “Cosa pensiamo di” è la rubrica che archivia documenti, commenti e prese di posizione dell’associazione. “L’eco della scuola nuova”, il trimestrale della FNISM, viene riproposto on line nella sua veste cartacea. Nell’ultimo numero la Presidentessa della Federazione, Gigliola Corduas, prende spunto dal clamore suscitato da un video che documentava un trattamento violento dei bambini da parte delle maestre di una scuola dell’infanzia, per deprecare, ovviamente, l’episodio e sviluppare una riflessione sulla difficoltà della professione insegnante non solo e non tanto sul piano della didattica, quanto, soprattutto sul piano dei rapporti con gli alunni e con le famiglie. Le domande che ne scaturiscono riguardano necessariamente la formazione professionale degli insegnanti: perché proporre strumenti per premiare il merito di pochi senza affrontare il merito della formazione di tutti? Non “basta sapere la propria materia per saper insegnare”: la complessità dei problemi educativi che nella società attuale gli insegnanti debbono affrontare richiede una ridefinizione del profilo professionale di base che tocchi le molteplici dimensioni (pedagogiche, sociologiche, relazionali, metodologiche..) implicate dal rapporto, spesso molto difficile, con gli allievi e con le famiglie. La proposta governativa dello “zuccherino”, individuale e individualista, del merito e della carriera per alcuni, non affrontando il problema generale, rischia di riportare a vecchi principi della correzione autoritaria, dell’insegnante-missionario animato da sacri ideali ma professionalmente non in grado di risolvere le difficoltà che gli vengono delegate dalle famiglie. Quindi si propone con forza un progetto organico, scientificamente e culturalmente fondato, con adeguate risorse finanziarie e tale da aprire valide prospettive per il futuro.
“Lingua italiana come passaporto per l’integrazione” è il titolo di un convegno nel quale, col contributo anche culturale di vari enti, sono state esaminate le possibili modifiche di fini, metodi e strumenti della “Dante Alighieri”, modifiche necessarie per continuare, in modo adeguato alle attuali esigenze di un paese di forte immigrazione, la preziosa opera di diffusione della conoscenza della cultura e della lingua italiane.
“ Il difficile rapporto tra scuola e religione” viene messo in evidenza in un ampio e articolato commento alla sentenza 7076 del 27/7/09 con cui il TAR del Lazio ha sancito l’illegittimità dei crediti scolastici riservati solo a chi avesse seguito l’insegnamento della religione cattolica, crediti introdotti da un’ordinanza del ministro Fioroni negli esami di stato del 2007/8. L’accoglimento dei ricorsi avversi all’ordinanza presentati da diverse organizzazioni laiche e religiose, è stato motivato giudicando la scelta religiosa un fatto strettamente personale quindi non assoggettabile a valutazione di tipo scolastico, inoltre, l’attribuzione di crediti risulterebbe fortemente discriminatoria non essendo possibile, nella scuola pubblica, assicurare pari condizioni ad altre religioni o a non credenti.Tre mozioni della FNISM completano il discorso: in “Una materia come poche” (ott. 09) si ribadiscono i numerosi motivi di carattere didattico, politico-culturale, sociale, economico ( tagli e conseguente impossibilità di ore alternative), pedagogico (il calcolo delle convenienze da parte degli studenti) che portano al rifiuto del voto e dell’attribuzione di crediti all’insegnamento della religione.
“Ora di religione islamica nella scuola? No, grazie.” (nov. 09) La proposta, ennesima provocazione, è assolutamente da respingere. E’ opportuno che la scuola fornisca informazioni sulle grandi religioni ma è assurdo pensare di separare gli alunni in funzione del loro credo religioso, tanto più in presenza di un sempre crescente numero di etnie e di professioni di fede. Alla scuola il compito di favorire la formazione culturale di fondo, alle famiglie quello dell’indottrinamento religioso.
“Tra simboli e valori”. Riporta una presa di posizione della Federazione in favore della sentenza della Corte Europea di Strasburgo contro la presenza del crocifisso nelle aule scolastiche, presenza in evidente contrasto con la libertà, riconosciuta ai genitori di ogni democrazia, di educare i figli alla forma di religione prescelta. Sull’onda dei commenti seguiti alla sentenza europea “ L’eco” confuta, con notevole verve polemica “Le ragioni di Lorenzo Mondo sul crocifisso” apparse su “La Stampa” (8 nov.) e quelle addotte da Claudio Magris sul “Corriere della Sera” (7 nov.). A sostegno di un punto di vista laico sulla questione viene integralmente riportato “Simboli di fede. Il crocifisso addosso”, articolo di Emilio Gentile su “Il Sole 24 ore” (8 nov.) che denuncia, con esempi tratti dalla storia e dal costume, il frequentemente distorto, spesso eretico se non blasfemo, uso del simbolo cristiano.
Altri articoli, su problemi di didattica (matematica, astronomia, storia ..) e di attualità (la secondaria, i precari della scuola, immigrazione, società multietnica ..) oppure su esperienze scolastiche, arricchiscono ulteriormente l’orizzonte culturale in cui si muove la FNISM senza tradire, rinnovandosi, le sue origini.


http://www.fnism.it/