lunedì 20 dicembre 2010

"Scuola oggi" e "Gli asini"


www.scuolaoggi.org


“Il giornale delle scuole diretto da Augusto Pozzoli” quotidianamente aggiorna i temi su cui la redazione e un folto gruppo di collaboratori intervengono nella home page. E’ datato 21/12/010 “Risalire la china” in cui Stefano Stefanel, proponendo una lettura critica de dati OCSE PISA 2009, ipotizza quelle che, a suo giudizio, potrebbero essere le condizioni atte a mantenere il trend positivo rilevato in una situazione di sempre più scarsi finanziamenti al sistema scolastico. Se si può “parlare di scuola più povera, ma più forte” può essere “necessario rifare da capo i contratti e concentrarsi sugli obiettivi da far raggiungere ai nostri studenti e non sui diritti dei lavoratori. In questo modo si può far fronte a difficoltà economiche…” “Il problema del contratto della scuola è reso ancor più complesso dal decreto Brunetta, una norma confusa e piena di stranezze e ambiguità, che pure ha avuto il grosso merito di rendere meno stagnante il mondo della scuola, ora ‘preoccupato’da performance, dirigenza e procedimenti disciplinari.” Chi scrive non è in grado di immaginare quanti operatori scolastici siano d’accordo con l’analisi e l’ipotesi proposte, però ricorda negli anni 70/80 l’alto livello di motivazione degli insegnanti nello studio, nella ricerca e nell’innovazione, sostenuto da non mortificanti stipendi e investimenti, sia politici sia finanziari.
Già dal titolo “Le reggenze 2010-11: metafora di un paese sbagliato” (20/12/010) Antonio Valentino dichiara la sua posizione su un problema, la gestione degli istituti scolastici, che non sempre trova nei mezzi di comunicazione una eco pari alla sua importanza. Questo anno scolastico vede la bellezza di 1497 reggenze su 10.431 scuole: il 14% di tutte le scuole ha un dirigente titolare in un istituto diverso! Quindi il conseguente abbassamento della qualità della gestione pedagogica, didattica, organizzativa, economica e socio-politica nel territorio, interessa un numero almeno doppio di realtà scolastiche, con una sempre più scadente risposta ai problemi sia contingenti nel quotidiano sia di sviluppo della proposta educativa. Tale situazione, visto che i bandi di concorso non sono stati ancora pubblicati, è destinata a prolungarsi e ad aggravarsi fino ad interessare la metà delle scuole. “Una scelta (consapevole ?) particolarmente miope sia per la modestia dei risparmi (60% della spesa per dirigenti di ruolo), sia per la realizzazione della “riforma epocale” di riordinamento della scuola superiore. Chi motiverà, promuoverà, organizzerà e gestirà le innovazioni?”
Pippo Frisone (20/12/010), “Il provveditorato di Milano verso l’affondamento”. Dai 400 impiegati che il CSA contava qualche anno fa, nel 2011 la sede di Milano scenderà sotto la quota 100. Gli uffici più colpiti: pensionamenti, graduatorie ad esaurimento, concorsi, personale ATA ecc.. Già negli anni passati si erano verificate difficoltà e conseguenti ritardi in qualche modo tamponate dal personale “in prestito”dalle scuole. Con i numerosi pensionamenti previsti e i tagli degli organici difficilmente le scuole potranno “prestare” personale, specie dirigenti (oggi il 25% delle scuole lombarde ha un reggente!). Che si proceda in questo modo per affidare provveditorato e direzione generale alla Regione e realizzare “un federalismo in salsa lombarda? Il dubbio è legittimo. “E mentre si mette in ginocchio la scuola statale e il provveditorato affonda nel disinteresse generale, il governo regala 250 milioni alla scuola privata.”
P. Almirante (21/12/010) lancia un altro sasso nelle acque non proprio tranquille della scuola: “Presidi, eletti dai docenti?” dichiarandosi favorevole alla proposta di legge dell’on. Giambrone dell’IDV sulla base di diverse motivazioni: la gestione dei concorsi, dispendiosa, farraginosa, non sempre limpida e tale da garantire competenze adeguate nei vincitori; l’ampiezza dei poteri (fino a 10 giorni di sospensione) attribuita ai dirigenti dalla legge Brunetta; l’inamovibilità, in pratica, del dirigente eventualmente incompetente e/o infingardo. Se l’università elegge un rettore tra i docenti, se un municipio può essere retto da un sindaco eletto senza che ne siano vagliate le competenze giuridiche, amministrative e culturali, che cosa impedisce a un collegio di docenti di eleggere un “pimus inter pares” che, oltre a conoscere direttamente i problemi dell’istituto, risponde del proprio operato ai colleghi con la possibilità di venire rimosso in caso di gestione non soddisfacente? L’autonomia delle scuole non troverebbe una più completa realizzazione? Infine, se in Germania e in Inghilterra i dirigenti vengono eletti e, in più, continuano a insegnare per metà del loro tempo ricompensati con una semplice indennità e le cose funzionano bene, perché in Italia no?
Chi volesse commentare l’articolo e prendere parte all’inevitabile dibattito può facilmente registrarsi e partecipare anche al forum “Parlare insieme di scuola” sui diversi problemi che l’affannano. Arricchisce il sito un archivio razionalmente organizzato per argomenti dal quale si possono recuperare articoli arretrati.




www.gliasini.it


“Non siamo una nuova casa editrice ma un onesto e utile strumento di ricerca e approfondimento per le minoranze attive e positive, in un’epoca di corruzione e di sbandamento del nostro paese.”
L’iniziativa editoriale è nata dalla collaborazione tra la rivista “Lo straniero” (www.lostraniero.net , “Mensile di arte cultura scienza e società”) e l’associazione “Lunaria” (www.lunaria.org , “Associazione di promozione sociale”) coordinata da Goffredo Fofi e Giulio Marcon. La sua mission : approfondire e dibattere in modo “anticonformista e radicalmente controcorrente” le questioni di più stringente attualità relative a economia, politica,cultura, educazione, antichi e nuovi fondamenti etici, nell’ottica del “rifiuto delle basi distruttive e opportunistiche del potere e dei suoi complici, dell’apertura alle esigenze di giustizia, del rispetto per la natura e per il futuro.”
Il ricco catalogo, articolato in “opuscoli, libri necessari, piccola biblioteca morale, arti e mestieri, muse furiose e quaderni”, propone testi, acquistabili on line o in libreria, di autori che, in ambito nazionale e/o europeo, hanno assunto stimolanti posizioni di rilievo nel dibattito culturale e che si inseriscono con punti di vista diversi nella prospettiva delineata dallo statuto. Le novità vengono evidenziate con una recensione.
Nel catalogo è inclusa anche “Gli asini”, “rivista bimestrale di inchiesta e ricerca pedagogica e sociale”, di cui sono usciti i primi due numeri. Gli indici sono particolarmente ricchi e vari. Gli articoli sono raccolti in 5 sezioni: strumenti, film, pratiche, scenari, immagini e, dai titoli, non è difficile cogliere l’originalità delle trattazioni anche se, purtroppo, non è possibile leggere per intero qualche esempio.
Il testo cartaceo facilita certamente lo studio e una più approfondita analisi dei contenuti e la propensione all’acquisto è favorita dalle dimensioni agili, dai prezzi ridotti e dalla possibilità di acquistare i volumetti on line con uno sconto, tuttavia una scheda sintetica di presentazione e qualche abstract degli articoli più significativi renderebbero senza dubbio più appetibili gli “strumenti di ricerca e approfondimento”.

Loris Borghi

lunedì 22 novembre 2010

Le Monde Diplomatique, Ottobre 2010. Educazione.

Note su un numero speciale.

Il fatto che una delle più prestigiose riviste internazionali di analisi sociologico-politica si soffermi sulla crisi della scuola e della formazione permanente (lifelong e life-wide) con un’ottica comparata è senz’altro un elemento degno di rilievo.
La galassia di Le Monde, d’altra parte, ha una rivista specificamente dedicata (“Le Monde de l’education”) e il quotidiano medesimo dedica una puntuale osservazione alle notizie ed ai reportage sul formativo nei vari scenari internazionali. Le politiche formative sono le prime a patire la scure dei governi in un tempo in cui essi paiono incapaci di comprendere i potenziali e i benefici di un serio investimento culturale proprio per l’uscita sia dalla crisi politica sia dalla crisi economica che attanagliano in egual misura il mondo occidentale.
Le Monde Diplomatique (che in Italia si può leggere grazie al lavoro della redazione del Manifesto) ha dedicato, infatti, un Dossier alle politiche educative all’interno del suo numero di ottobre. Gli interventi sono di pregio e l’intento internazionalista delle carte viene rispettato.

USA. Politiche educative, una sfida per Obama.

Il primo articolo dello speciale è a firma della docente americana Diane Ravitch, già Ministro dell’educazione sia con Bush padre sia con Bill Clinton, una tecnica, insomma. D’altro canto Ravitch, che insegna alla New York’s University, è la madre della legge No Child Left Behind (Neessun ragazzo lasciato indietro) del 2001 che prevede programmi educativi “plasmabili” sulle esigenze di ogni singolo studente e che verrà completata nel 2004 dalla riforma bipartisan della legge IDEA (Individuals with Disabilities Education Act), la quale riprende una concezione di educazione liberale cara al pensiero americano sin dalle dottrine di John Rawls sulla “giustizia sociale” e per cui prestò la sua consulenza (stavolta a Bush junior) l’eminente filosofa Martha Nussbaum. Diane Ravitch sottolinea la rilevanza che ebbe nella sua legge federale del 2001 la possibilità per i ragazzi più disagiati socialmente di poter usufruire di corsi formativi gratuiti e l’importanza di connubiare in maniera più efficiente nei percorsi educativi di base (siamo nell’ambito della cosiddetta Mandatory school, la “formazione obbligatoria”) l’insegnamento delle lettere e quello delle scienze e della matematica. Ravitch si sofferma – e critica il – sul sistema delle Charter School (a metà strada tra le scuole private e quelle pubbliche, in quanto esse ricevono finanziamenti statali anche se fondate da associazioni di genitori non soddisfatte dell’insegnamento pubblico). In particolare la Professoressa Ravitch critica le politiche di Barack Obama tendenti a favorire i finanziamenti pubblici per le Charter school sulla base delle valutazioni degli insegnanti secondo i risultati ottenuti dai loro studenti. Questa critica è ben presente nella letteratura specialistica attuale e Roland Fryer dell’Università di Harvard ha presentato evidenza statistico-economica della necessità di libertà educativa input-based piuttosto che outcome-based. Secondo il Professor Fryer, infatti (Fryer è il più giovane afroamericano ad aver vinto una borsa di studio ad Harvard), agli studenti deve essere assicurata un’educazione adeguata a prescindere dai loro effettivi risultati (record) scolastici.

L’efficacia scolastica sotto una lente.

Il dibattito sull’efficacia scolastica è al primo piano anche in Europa, nel momento in cui lo Stato domanda agli insegnanti di fare di più con meno mezzi ed in cui docenti e discenti affrontano la riduzione del tempo consacrato all’apprendimento. In Francia, la sociologa parigina Sandrine Garcia mette in evidenza come il tempo scolastico dedicato fattivamente all’insegnamento sia passato in un solo anno dalle 936 ore annuali a 864 ore, dopo le riforme messe in campo da Sarkozy e dalle finanziarie del Governo Fillon. Garcia si chiede quali siano oggi le istituzioni a cui si è demandato il compito egualitario e di democratizzazione di cui, storicamente, lo Stato francese aveva incaricato il sistema educativo (storica è, infatti, la missione del primo ministro della Terza Repubblica Jules Ferry per una “scuola gratuita, laica ed obbligatoria”). Infine, Garcia riprende argomentazioni care persino ad Adam Smith quando sancisce che dovrebbe essere il settore pubblico a garantire la libertà sostanziale educativa ed a svincolare il ruolo formativo dai meccanismi della “mano invisibile” del mercato. Si pone, insomma, una questione economica di “internazionalizzazione” pubblica della politica pubblica educativa e delle sue esternalità (casomai negative, certamente non profittevoli nel breve periodo). Garcia lamenta, invece, che le improvvide politiche governative di tagli messe in opera dal Governo francese, hanno trasferito sulle famiglie il peso dell’eventuale fallimento educativo. D’altro canto, anche gli insegnanti sono costretti a far fronte ciascuno di per sé ad una situazione di caos politico con riguardo alle politiche dell’apprendimento. Lo slogan è all’unisono: “Je n’ai jamais vu un tel bazar”!

Prospettive internazionali del riconoscimento delle competenze educative.

Dopo un interessante articolo sulle mancate promesse del governo giapponese capitanato dal democratico Hatoyama Yukio (alla guida di un brevissimo governo del PDJ dal settembre 2009 al giugno 2010), si passa ad un’analisi comparata della situazione europea del settore educativo RPL/RVA (dove RPL sta per Recognition of Prior Learning, ovvero per Riconoscimento del Sapere di Base e RVA per Riconoscimento Validazione Accreditamento dell’apprendimento). L’articolo, a firma di Nico Hirtt dell’Appel pour une école démocratique, si sofferma sull’avvertita necessità di un aumento internazionale delle politiche di formazione professionale in grado di conciliare un apprendimento tecnico con un apprendimento “umanistico” ed ideale-valoriale. Secondo l’autore, le competenze su cui oggi occorre fare perno, a tal proposito, sono la conoscenza delle lingue straniere, il calcolo matematico, una cultura tecnologica, l’acquisizione di competenze relazionali e sociali, senso dell’iniziativa e spirito d’inventiva e flessibilità.

Mattia Baglieri

sabato 20 novembre 2010

“Voci del verbo insegnare”

http://www.iger.org/category/gruppi/voci/
“…un luogo dove il dibattito sull’insegnare diventi parola condivisa ed opportunità di confronto delle varietà delle voci; toni e timbri diversi debbono comunicare.” “Crocevia di esperienze, vissute o segnalate, e come luogo aperto alla discussione. Invitiamo a proporre testi e materiali.” Questo dice il “Chi siamo”. Effettivamente scorrendo l’elenco degli autori che hanno inviato materiali abbiamo incontrato, fra i tanti sconosciuti, amici e colleghi persi di vista, nomi autorevoli della pedagogia, del giornalismo, dell’università ciascuno dei quali offre uno spunto, una riflessione, un punto di vista legati, comunque, all’attualità.. Con sorpresa sono apparsi anche nomi importanti della storia della cultura mondiale. Nelle loro pagine qualcuno ha trovato pensieri, esperienze, vicende legate al tempo e al mondo della scuola da riproporre, non importa se per il puro e semplice piacere della lettura o per provocare una riflessione e un confronto a più voci.
Curando interessi precisi, che vadano oltre la semplice curiosità, è possibile scorrere le notizie, sempre aggiornate, relative ad “Eventi” o ad “Incontri”, piuttosto numerosi in questo momento pieno di problemi e tensioni per la scuola.
Altre sezioni raccolgono “Contributi” che possono consistere nell’esposizione di esperienze personali, di proposte didattiche, di riflessioni su tematiche di attualità come, ad esempio, la “mini naja” o i corsi di “allenamento alla vita” tenuti da istruttori militari pensati per gli studenti lombardi, corsi che, in seguito al coro unanime di critiche, sono stati opportunamente ritirati. Dalle “Finestre” si possono vedere, archiviate in 69 pagine, recensioni non solo di libri (dalla narrativa, alla saggistica, alla poesia), ma anche di mostre, di spettacoli, di eventi culturali o di rilievo sociale, di siti web.
Le “Grandi pagine” portano con rapidità da Nietzsche a Pascoli, da Erri De Luca a Lewis Carrol, da Pasolini a Giorgio Celli, a Witold Gombrowicz, a John Dewey, a Luigi Einaudi ecc. Naturalmente in calce a ogni testo si trova il format per inviare i commenti personali; testi più impegnativi vanno inviati a insegnare@iger.org per il necessario esame da parte della redazione.
In conclusione le “voci del verbo insegnare” non si limitano ad offrirci, assieme agli spunti per una discussione, la possibilità di prendervi parte, ma ci danno anche l’opportunità di una navigazione, piacevole e gratificante, in luoghi inattesi e poco conosciuti che aprono orizzonti ampi e ricchi di suggestioni.

Loris Borghi

“Pedagogia PIU’ didattica”

www.erickson.it/
E’ un quadrimestrale che si propone come “strumento di riflessione pedagogica e di progettazione didattica.” La direzione a più mani (Massimo Baldacci, Liliana Dozza, Franco Frabboni, Franca Pinto Minerva) apre a un ampio ventaglio di temi pedagogici sia “antichi” (l’ambiente, la famiglia, la scuola, il lavoro, il tempo pieno…) sia “nuovi” (gli adulti e gli anziani, i disabili, l’intercultura, l’orientamento…), temi che, nell’ottica della progettazione sperimentazione valutazione, vengono sviluppati nella parte relativa alla didattica toccando le problematiche relative ai luoghi e all’individualizzazione dell’insegnamento/apprendimento, a conoscenze e competenze, a unità e progetto didattici, ai laboratori, alla ricerca, alle tecnologie dell’istruzione, alla valutazione ecc. Viene riportato come esempio il testo integrale di due articoli apparsi nel primo numero: “Riflessioni per la teoria del curricolo” di Massimo Baldacci e “Quando l’insegnamento è a misura dell’allievo. Lo streaming e il mastery tra i banchi” di Franco Frabboni. Entrambi i testi, col supporto di note e indicazioni bibliografiche, ci portano a questioni di notevole rilevanza professionale l’approfondimento delle quali può avere importanti ricadute sul concreto e quotidiano “fare scola”, specialmente ai fini del confronto fra colleghi per l’armonizzazione dell’azione didattica. Quindi un ottimo strumento di qualificazione professionale, da proseguire però con altri strumenti. Probabilmente l’interesse per l’eventuale acquirente o possibile abbonato verrebbe maggiormente stimolato se, dopo la dimostrazione del livello dei contenuti, venissero proposti gli indici, se non gli abstract degli articoli, dei numeri successivi. Questa osservazione può essere estesa anche alle numerose altre riviste della stessa editrice. Sono raccolte in 6 sezioni: Educazione e didattica (11 titoli: Cooperazione educativa, Educazione interculturale, L’integrazi0ne scolastica e sociale, Media education, Orientamenti pedagogici, Pedagogia PIU’ didattica, Psicologia dell’educazione, Psicologia dell’educazione e della formazione, REM: Ricerche su Educazione e Media, RicercAzione, Studium educationis); Disturbi di apprendimento (3 titoli); Disabilità (3 titoli); Psicologia (5 titoli) Lavoro sociale (1), E-learning e formazione on line (4 titoli). Sia dai testi di presentazione, sia dagli articoli riportati come esempio, è facile individuare quadri problematici e prospettive di approfondimento e dibattito estremamente stimolanti per chiunque si interessi di educazione tanto in rapporto a questioni specifiche quanto in relazione a tematiche generali e ciò è coerente con il profilo della casa editrice.

Loris Borghi

venerdì 8 ottobre 2010

“Articolo 33”

[link su www.edizioniconoscenza.it, oppure su www.flcgil.it ]

Mensile, si occupa di politiche della conoscenza, di lavoro e di sindacato nei settori della conoscenza, ma anche di cultura. Vuole ”contribuire a “...costruire un filo che tenga insieme quelle esperienze in un progetto aperto sempre di più all’eterno, assumendo fino in fondo la consapevolezza della funzione fondamentale della conoscenza nel tenere insieme competitività e coesione sociale.” Questa varietà di temi, apparentemente estranei l’uno all’altro ma coerenti nel proporre un humus in cui piante culturali diverse, possano dare luogo ad una vegetazione di idee armonica pur se variegata e vitale, risulta evidente e stimolante percorrendo gli indici dei numeri finora usciti. Le diverse sezioni sviluppano mediante interventi qualificati tematiche di attualità
che irrobustiscono il “filo” tra il mondo della conoscenza e dell’educazione e il mondo della cultura e della società. Un esempio è l’indice del N° 6/7 del 2010. Si apre con l’editoriale di Anna Maria Villari su La crisi c’è e si vede. L’estate rovente del lavoro pubblico. E sulla crisi economica e le ricadute della conseguente manovra finanziaria nel mondo della conoscenza si sviluppano le analisi e le riflessioni nei 5 articoli in “Primo piano” che si possono leggere sul web. Claudio Fracassi vede nella scuola Il conto della crisi [ caricato]sulle spalle di chi studia e lavora perché “vengono colpiti i redditi da lavoro, ipotecate pensioni e buonuscita, bloccati contratti, diritti e relazioni sindacali” quindi viene “colpito il diritto allo studio e negato alle scuole pubbliche il minimo per sopravvivere”. Marco Valerio Broccati motiva alcune Stime sul blocco delle retribuzioni della docenza universitaria. stime che, pur nella differenza degli effetti in rapporto alle situazioni individuali, lasciano intravvedere riduzioni notevoli anche agli effetti pensionistici. Rita Guariniello [Università. I costi della manovra. Penalizzati gli atenei virtuosi ] analizza accuratamente le norme firmate da Tremonti, Brunetta e Gelmini, il combinato-disposto delle quali produce una “miscela esplosiva”: anche a causa dei tagli al fondo di finanziamento ordinario degli atenei, si finisce con l’espellere dalle università le leve giovanili; togliere speranze ai precari (fuori 26.500 di cui 20.000 a contratto) compromettendo ricerca e didattica; bloccare i contratti con una effettiva diminuzione sia dei salari di docenti e personale tecnico e amministrativo sia del trattamento pensionistico; bloccare le spese per missioni anche all’estero tarpando le ali della ricerca specie nelle università che maggiormente avevano investito in questa prospettiva. “Definire demenziali alcune delle scelte contenute nella manovra è dir poco.” è la sconsolata conclusione dell’autrice. Gabriele Giannini [Manovra finanziaria e ricerca. Un risparmio che costa un occhio]. Pur riconoscendo al decreto approvato dal Senato il 15 luglio sensibili miglioramenti rispetto alla stesura iniziale, il giudizio sulle “Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica” rimane fortemente negativo. “ Non interviene sulle ragioni della crisi, ma colpisce il lavoro pubblico, taglia i trasferimenti a regioni e autonomie locali riducendo il sistema del welfare,aumenta la precarietà e riduce i diritti.” Vengono smantellati enti ed istituti disperdendo know how per ottenere risparmi irrisori anziché riordinare il settore con un piano organico. Si penalizza il personale trascurando il fatto che lo sviluppo è direttamente proporzionale alla quantità e qualità della ricerca. Beniamino Lami [Manovra previdenza e pensioni. Un pegno per la vita]. Un approfondito esame dei diversi temi toccati dal decreto porta l’autore a denunciare come l’aumento dell’età pensionabile delle donne, il blocco dei contratti e degli scatti di anzianità prolunghino gli effetti negativi della crisi sull’intera vita lavorativa e sulla pensione specialmente nel settore del pubblico impiego e della scuola: il governo colpisce i redditi bassi e squilibra il sistema previdenziale.
Accanto al ruolo centrale di “Primo Piano” ci limitiamo a citare “Dibattito”; “Pedagogie e Didattiche”; “Studi e ricerche”; “Arte”; “Tecniche e invarianti nell’arte contemporanea”; “Tempi moderni”; “Progetti ed esperienze”; “Incontri”; “Letterature”; “Libri” oltre alle consuete rubriche che costituiscono il ponte tra la rivista e i lettori .


www.retescuole.net

Un sito decisamente vivace. Nella home page un banner fa scorrere 10 domande al ministro Gelmini. I temi sono vari e tutti attinenti alla sua “riforma epocale”, toccano tagli alle elementari e tempo pieno (1); il contributo “volontario” dei genitori per il funzionamento delle scuole e i crediti degli istituti scolastici nei confronti del ministero (2); il 5,7% del PIL, media OCSE, e il 4,5% dell’Italia impegnati per il sistema scolastico (3); il modestissimo numero di assunzioni rispetto al fabbisogno (4); un sostegno ogni 2 alunni disabili, previsto per legge, e le attuali 4/6 ore settimanali (5); la diminuzione delle ore di laboratorio di arte, musica, tecnologia, fisica, italiano per stranieri (6); da 27 a 35 alunni per classe mentre il massimo previsto è 25 (7); eliminazione delle sperimentazioni nei licei per tornare a Gentile (8); la diminuzione del tempo scuola nei licei artistici e linguistici (9); la riduzione del monte ore anche nelle classi successive alla prima negli istituti tecnici e professionali (10).
Francesco Mele, chiede le dimissioni del ministro Gelmini motivandole con i suoi trascorsi politici (rimossa all’unanimità da presidente del consiglio comunale di Desenzano sul Garda per “manifesta incapacità e improduttività politica e organizzativa”) e cultural-professionali ( il famoso esame di stato a Reggio Calabria), uniti alle recenti disavventure legali (le sentenze sfavorevoli del TAR del Lazio, il parere negativo del CNPI su alcuni aspetti della sua riforma, il giudizio sfavorevole del Consiglio di Stato relativo al ricorso del MIUR). Senza dimenticare, ovviamente, la qualità complessiva della sua attività ministeriale.
Disavventure legali del Ministero 2: il tribunale del lavoro di Siena ha emesso una sentenza che obbliga all’assunzione a tempo indeterminato di chiunque abbia avuto un contratto per tre anni consecutivi nello stesso posto, tanto più se detto posto risulta vacante.
Altri temi: le compresenze nelle elementari, le motivazioni delle diverse e numerose manifestazioni nelle varie città e in particolare di quella dell’8 ottobre.

Loris Borghi

lunedì 28 giugno 2010

La FNISM. Una storica associazione e il suo sito-rivista.

La Federazione Nazionale Insegnanti Scuola Media (oggi Federazione Nazionale Insegnanti) è stata fondata nel 1902 da Giuseppe Kirner e Gaetano Salvemini unificando le diverse associazioni di categoria allora attive. Sue finalità erano la valorizzazione del ruolo e della posizione degli insegnanti, la diffusione e il sostegno della scuola popolare, la tutela delle prerogative della scuola di Stato (di tutti e per tutti), la salvaguardia dei valori della cultura e della laicità. Sciolta nel ventennio fascista, la Federazione si ricostituì nel 1946 mantenendo una salveminiana posizione “metapolitica” di “partito della scuola”. Si è sempre battuta contro ogni forma di finanziamento pubblico delle scuole private, contro l’insegnamento della religione nella scuola dell’infanzia e in orario scolastico. Ha sostenuto l’unificazione della scuola media, l’introduzione degli organi collegiali, l’autonomia organizzativa, gestionale e didattica delle scuole. Coerentemente con la laicità e il pluralismo da sempre propugnati nella scuola e nella società, la FNISM prende posizione sui vari temi di attualità che, più o meno direttamente, toccano il mondo scolastico, spesso unitamente ad altre associazioni professionali. “Cosa pensiamo di” è la rubrica che archivia documenti, commenti e prese di posizione dell’associazione. “L’eco della scuola nuova”, il trimestrale della FNISM, viene riproposto on line nella sua veste cartacea. Nell’ultimo numero la Presidentessa della Federazione, Gigliola Corduas, prende spunto dal clamore suscitato da un video che documentava un trattamento violento dei bambini da parte delle maestre di una scuola dell’infanzia, per deprecare, ovviamente, l’episodio e sviluppare una riflessione sulla difficoltà della professione insegnante non solo e non tanto sul piano della didattica, quanto, soprattutto sul piano dei rapporti con gli alunni e con le famiglie. Le domande che ne scaturiscono riguardano necessariamente la formazione professionale degli insegnanti: perché proporre strumenti per premiare il merito di pochi senza affrontare il merito della formazione di tutti? Non “basta sapere la propria materia per saper insegnare”: la complessità dei problemi educativi che nella società attuale gli insegnanti debbono affrontare richiede una ridefinizione del profilo professionale di base che tocchi le molteplici dimensioni (pedagogiche, sociologiche, relazionali, metodologiche..) implicate dal rapporto, spesso molto difficile, con gli allievi e con le famiglie. La proposta governativa dello “zuccherino”, individuale e individualista, del merito e della carriera per alcuni, non affrontando il problema generale, rischia di riportare a vecchi principi della correzione autoritaria, dell’insegnante-missionario animato da sacri ideali ma professionalmente non in grado di risolvere le difficoltà che gli vengono delegate dalle famiglie. Quindi si propone con forza un progetto organico, scientificamente e culturalmente fondato, con adeguate risorse finanziarie e tale da aprire valide prospettive per il futuro.
“Lingua italiana come passaporto per l’integrazione” è il titolo di un convegno nel quale, col contributo anche culturale di vari enti, sono state esaminate le possibili modifiche di fini, metodi e strumenti della “Dante Alighieri”, modifiche necessarie per continuare, in modo adeguato alle attuali esigenze di un paese di forte immigrazione, la preziosa opera di diffusione della conoscenza della cultura e della lingua italiane.
“ Il difficile rapporto tra scuola e religione” viene messo in evidenza in un ampio e articolato commento alla sentenza 7076 del 27/7/09 con cui il TAR del Lazio ha sancito l’illegittimità dei crediti scolastici riservati solo a chi avesse seguito l’insegnamento della religione cattolica, crediti introdotti da un’ordinanza del ministro Fioroni negli esami di stato del 2007/8. L’accoglimento dei ricorsi avversi all’ordinanza presentati da diverse organizzazioni laiche e religiose, è stato motivato giudicando la scelta religiosa un fatto strettamente personale quindi non assoggettabile a valutazione di tipo scolastico, inoltre, l’attribuzione di crediti risulterebbe fortemente discriminatoria non essendo possibile, nella scuola pubblica, assicurare pari condizioni ad altre religioni o a non credenti.Tre mozioni della FNISM completano il discorso: in “Una materia come poche” (ott. 09) si ribadiscono i numerosi motivi di carattere didattico, politico-culturale, sociale, economico ( tagli e conseguente impossibilità di ore alternative), pedagogico (il calcolo delle convenienze da parte degli studenti) che portano al rifiuto del voto e dell’attribuzione di crediti all’insegnamento della religione.
“Ora di religione islamica nella scuola? No, grazie.” (nov. 09) La proposta, ennesima provocazione, è assolutamente da respingere. E’ opportuno che la scuola fornisca informazioni sulle grandi religioni ma è assurdo pensare di separare gli alunni in funzione del loro credo religioso, tanto più in presenza di un sempre crescente numero di etnie e di professioni di fede. Alla scuola il compito di favorire la formazione culturale di fondo, alle famiglie quello dell’indottrinamento religioso.
“Tra simboli e valori”. Riporta una presa di posizione della Federazione in favore della sentenza della Corte Europea di Strasburgo contro la presenza del crocifisso nelle aule scolastiche, presenza in evidente contrasto con la libertà, riconosciuta ai genitori di ogni democrazia, di educare i figli alla forma di religione prescelta. Sull’onda dei commenti seguiti alla sentenza europea “ L’eco” confuta, con notevole verve polemica “Le ragioni di Lorenzo Mondo sul crocifisso” apparse su “La Stampa” (8 nov.) e quelle addotte da Claudio Magris sul “Corriere della Sera” (7 nov.). A sostegno di un punto di vista laico sulla questione viene integralmente riportato “Simboli di fede. Il crocifisso addosso”, articolo di Emilio Gentile su “Il Sole 24 ore” (8 nov.) che denuncia, con esempi tratti dalla storia e dal costume, il frequentemente distorto, spesso eretico se non blasfemo, uso del simbolo cristiano.
Altri articoli, su problemi di didattica (matematica, astronomia, storia ..) e di attualità (la secondaria, i precari della scuola, immigrazione, società multietnica ..) oppure su esperienze scolastiche, arricchiscono ulteriormente l’orizzonte culturale in cui si muove la FNISM senza tradire, rinnovandosi, le sue origini.


http://www.fnism.it/

giovedì 27 maggio 2010

Gelmini.Licei

Le indicazioni nazionali sul web.

Considerato l’impatto che hanno avuto le Indicazioni nazionali per i licei, abbiamo voluto controllare che cosa se ne pensa anche in altri siti che si occupano di scuola.
Il CIDI (www.cidi.it), in un documento datato 22/4/10, esprime, con un’ampia e articolata analisi, una posizione fortemente critica nei confronti della bozza ministeriale. Sul piano del metodo rileva che il Ministero interviene su finalità, obiettivi e impianto culturale dei licei senza tener conto dell’autonomia delle scuole, senza sentire il parere delle commissioni parlamentari e, soprattutto, senza un dibattito preliminare. Che cosa significa oggi “cultura disinteressata”, “cultura del lavoro”, “licealità”? Che cosa serve per formare “cittadini consapevoli”? Come contrastare dispersione e abbandoni? Quale rapporto costruire tra sapere, sapere scolastico, autonomia di ricerca e sperimentazione degli insegnanti? Una mancata risposta alle questioni di fondo come queste toglie organicità e coerenza a qualunque proposito o intervento che tocchi calendario, orari, cattedre, discipline. E’ grave, inoltre, l’assenza di qualsivoglia riflessione sulla cosiddetta “area comune” o delle “competenze-chiave per l’apprendimento permanente” in riferimento all’obbligo scolastico fino a 16 anni. Tutto ciò, mancando ancora indicazioni per tecnici e professionali, lascia pensare ad un sistema scolastico a canne d’organo, con rigide gerarchizzazioni, sia tra licei, tecnici e professionali, sia all’interno degli stessi tra i vari indirizzi e tipologie.
Nel merito. Anche l’imprecisione del linguaggio non aiuta a ritrovare i criteri pedagogici e didattici delle Indicazioni che, senza riferirsi neppure alle raccomandazioni europee (didattica per competenze definite indicando abilità e conoscenze, didattica laboratoriale, metodologie orientate al rinnovamento dell’insegnamento….), propongono sostanzialmente una scuola con programmi enciclopedici, chiusi al rinnovamento disciplinare.
Sostanzialmente d’accordo Maurizio Tiriticco (www.educazioneduepuntozero.it/politiche_scolastiche) che, analizzando il “Riordino del secondo ciclo: quali competenze?” afferma “…non è affatto una riforma epocale! Si limita a tagliare ore, discipline e cattedre all’insegna del nulla o, peggio, di una riconferma dell’assoluta intoccabilità di un ordinamento che risale al 1923!” ( ricordate il “ritorno al tempo in cui Berta filava”e la polemica tra Claudio Gentili e Giorgio Israel?) Anche a suo parere per impostare correttamente una riforma sarebbe stato necessario: 1) chiarire la vision e la mission dell’istruzione secondaria in una società in continua e rapida evoluzione; 2) indicare con precisione competenze terminali, culturali e preprofessionalizzanti uguali per tutti gli studenti; 3) oppure articolare “percorsi con peculiari caratteristiche e finalizzati alla certificazione di competenze specifiche e differenziate” raccordabili al mondo del lavoro e/o a studi ulteriori. Percorsi flessibili in grado di perseguire il “successo formativo” (art. 1, Regolamento dell’autonomia) e tali da, pur tagliando le ore curricolari, incrementare attività di sostegno, approfondimento e ricerca di cui un buon sistema di istruzione non può più fare a meno. I due testi proseguono sviluppando un’articolata e puntuale analisi critica del testo, analisi che motiva il duro giudizio iniziale su documento del Ministero. Nello stesso sito, Daniela Bertocchi il 19/5, scrivendo “A proposito delle Indicazioni nazionali per i licei: lingua e letteratura italiana”, rileva le incongruenze tra il “Profilo culturale, educativo e professionale” descritto nell’allegato A del “Regolamento per i licei” e gli OSA (obiettivi specifici di apprendimento) della sua disciplina. Prevalgono soprattutto i contenuti rispetto alle competenze, specialmente in letteratura dove ci si limita ad indicare un certo numero di autori, praticamente obbligatori. Il giudizio finale è senza appello. “Il formato di programmi delle cosiddette Indicazioni è probabilmente il problema più grave e di fatto inemendabile: da una parte consolida vecchie prassi e dall’altra offre un alibi a chi non intende innovare ( tipicamente: “con tutto quel che il programma prescrive non si possono certo fare altre cose”).
Abbiamo dato una scorsa al Parere del CNPI (www.cidi.it/segnaliamo/cnpi28_4_2010PARERE_INDICAZIONI.doc ), uscito il 28/4, dopo il documento del CIDI, e vi abbiamo colto non trascurabili notazioni critiche. Nelle Indicazioni si rileva una carente “organicità e unitarietà del sistema di istruzione e di quello liceale in particolare” e andrebbero collegate alle norme sull’adempimento dell’obbligo scolastico.
E’ difficile l’individuazione delle competenze e la loro concatenazione con le conoscenze. La didattica laboratoriale deve interessare tutte le discipline, non solo alcune, perché consente “la ricostruzione, integrazione e conservazione delle conoscenze”. Ancora. “E’ emersa una certa discrasia tra gli enunciati in Introduzione e la selezione dei contenuti disciplinari, … [un’] evocazione meramente nominale degli obiettivi di apprendimento [identificati] con gli argomenti piuttosto che con i traguardi…” Il problema è particolarmente evidente nelle indicazioni per filosofia nelle quali gli obiettivi si identificano con gli autori da trattare senza alcun collegamento con altre discipline. Altri rilievi riguardano: l’elencazione analitica di contenuti che fanno emergere, in diversi casi, “inaccettabili dimenticanze”; l’imprecisione del linguaggio; il mancato rilievo dato “…all’acquisizione di competenze, anche in funzione metacognitiva, nell’analisi dei codici (linguistico, matematico, musicale e grafico) e nel loro uso.. presupposto trasversale inderogabile sia per la continuazione degli studi sia per l’inserimento nel mondo del lavoro sia per l’apprendimento lungo tutto l’arco della vita”; “…l’opportunità che gli estensori delle Indicazioni collaborino con gli estensori delle linee guida per gli istituti tecnici e professionali.” Non mancano rilievi critici ai riferimenti culturali e ai rapporti con altre discipline nell’analisi delle problematiche specifiche degli insegnamenti della Musica e di Cittadinanza e Costituzione. Ci sembrano di notevole interesse i suggerimenti relativi alle “Azioni di supporto alle Indicazioni”, azioni che vanno orientate al rafforzamento dell’autonomia scolastica dotando gli istituti di un organico funzionale pluriennale e di adeguate forme di sostegno alla formazione e alla valorizzazione delle competenze professionali del personale della scuola,.
Nelle conclusioni si ribadisce la necessità “…di fissare in maniera più esplicita le competenze chiave da aggiungere al termine del primo biennio degli studi liceali in modo da garantire l’assolvimento dell’obbligo di istruzione”; si invita a superare la separazione tra cultura umanistica e cultura scientifica potenziando quest’ultima col privilegiare, nelle discipline attinenti, lo sviluppo di competenze rispetto alla quantità degli argomenti da trattare; di raccordare la progettazione formativa con gli esami di stato declinando con chiarezza i livelli minimi da raggiungere sia per conferire credibilità agli esami sia per garantire agli studenti il diritto ad essere valutati su indicatori chiari ed inequivocabili.
La delegazione CGIL-CIDI (www.cidi.it/segnaliamo/dichiarazione-voto.doc ) al CNPI, pur avendo contribuito alla elaborazione del Parere, ha motivato il proprio voto contrario perché, oltre ad una critica più netta all’impianto culturale, avrebbe voluto che il documento dei Comitati della Scuola Superiore fosse accolto senza gli emendamenti che lo indeboliscono; che fossero chiariti sia il carattere giuridico delle Indicazioni sia il percorso per la loro definizione e il ruolo del CNPI; che fossero previsti una consultazione del mondo della scuola e un nuovo parere del CNPI.

Loris Borghi

lunedì 10 maggio 2010

www.pedagogia.it

E’ il sito di “Pedagogika” “trimestrale di educazione, formazione e cultura. Esperienze-sperimentazioni-informazione-provocazioni” diretto da Maria Piacente, edito dalla Stripes, Cooperativa Sociale Onlus. Assieme alla consueta promozione di testi della casa editrice, di iniziative culturali, convegni e incontri, l’home page presenta i link che consentono di aprire l’archivio della rivista da cui si possono recuperare articoli che risalgono fino al settembre 2002.. Dei numeri più recenti vengono riprodotti, in genere, l’editoriale, tre articoli rappresentativi della tematica centrale del numero, una recensione a due voci - di solito molto stimolante per la diversità dei punti di vista relativi allo stesso testo - e le segnalazioni di libri, film, dischi o brani musicali.
Aprendo il primo numero del 2010 nel quale si parla di “…erranze….migrazioni” , l’editoriale di Salvatore Guida , pur lamentando la disumanità immorale di quanto, in troppe occasioni, avviene in rapporto al fenomeno dell’immigrazione, si sforza di cogliere in episodi anche minuti il seme di un possibile riscatto che deve necessariamente passare attraverso l’educazione delle nuove generazioni e la riflessione culturale da cui possono emergere gli strumenti per vincere pregiudizi, paure e ostilità immotivate. La riflessione di Franco Cambi su L’intercultura e l’idea di “confine”: appunti pedagogici prende le mosse dalla constatazione della inarrestabile pervasività della globalizzazione, fenomeno che ci obbliga a fare i conti con la necessità di superare chiusure etnocentriche per aprirci al pluralismo culturale, alla logica dell’incontro, dello scambio, al fine di realizzare un habitat interculturale. Di qui l’esigenza di una ridefinizione di confine come recinto di un’identità che ci separa e ci tutela dall’altro, dal nemico, anche se la sua porosità ha sempre consentito scambi e mescolanze. In una società aperta, a rete, caratterizzata dalla complessità, dall’integrazione e dal mutamento, la pedagogia ha il compito di pensare alla costruzione di un’identità mobile che consenta di abitare “tra” e non dentro i confini evitando gli estremi del dominio di una parte sull’altra e dell’uguaglianza formale. Occorre ricercare regole e pratiche per ascoltarsi, far esperienza dell’altro, coglierne le potenzialità ; senza violenza, per convinzione, portando i gruppi al cambiamento di stili cognitivi e sociali e di identità personale e collettiva. Il tema è complesso e impone di confrontarsi con le spinte irrazionali e istintuali, spesso stimolate dai media, rispetto alle quali risulta sempre più arduo riportare alla riflessione e alla razionalità.
www.pedagogia.it

www.tuttoscuola.com

Con questo indirizzo si accede ad un progetto editoriale integrato che si occupa di libri, riviste, iniziative culturali rivolte ad insegnanti genitori e studenti, materiali didattici, percorsi formativi e/o di aggiornamento per i differenti profili professionali che operano nella scuola. I temi vanno dalla riflessione pedagogica, alla ricerca metodologica, alla proposta didattica specifica senza trascurare questioni di carattere normativo, di politica scolastica e di attualità variamente collegabili al mondo scolastico. Il mensile fondato 35 anni fa da Alfredo Vinciguerra, attualmente diretto da Giovanni Vinciguerra, rientra nel progetto offrendo l’archivio dei suoi materiali agli abbonati e una newsletter aperta a quanti si vogliano iscrivere. Nella pagina web il lavoro di una redazione rodata ed efficiente si concretizza nella documentazione, tempestiva e quotidianamente aggiornata, della discussione sui diversi temi che toccano la scuola e su fatti di atualità. Fra i più recenti segnaliamo la riduzione degli organici che, dalle tabelle allegate alla circolare ministeriale, incide soprattutto sulle regioni meridionali e insulari: 13.581 unità (52% della riduzione complessiva di 26.118 !) pari al 6% di tutto il personale delle stesse regioni. Quelle stesse regioni in cui la scuola anziché di tagli necessiterebbe di ulteriori e oculati investimenti.
Dalle cronache recenti viene ripresa anche la clamorosa decisione del sindaco di Adro di sospendere dalla mensa i figli delle famiglie morose e la successiva protesta delle famiglie “in regola” nei confronti dell’imprenditore che, richiamando le proprie origini modeste, ha voluto saldare le morosità accompagnando il gesto con una lettera il cui significato umano, pedagogico e politico vale ben di più dell’importo dell’assegno. La contestuale citazione di una ricerca del “Sole 24 ore” che porta a valutare attorno al 5%, a livello nazionale il tasso di morosità nei confronti delle rette scolastiche, evidenziando le difficoltà degli enti locali nel soddisfare le esigenze assistenziali a causa anche dei tagli ai bilanci, sembra voler, almeno in parte, giustificare la decisione di quei sindaci che hanno imboccato la stessa strada. Ci sarebbe piaciuto che, dopo aver opportunamente ricordato che per le classi a tempo pieno la mensa è d’obbligo, senza rinunciare alla sinteticità del pezzo, si fossero rilevati sia il valore educativo di quel particolare momento di socializzazione sia le sostanziali riduzioni delle rette per i meno abbienti in genere previste nei bilanci delle amministrazioni più sensibili a questo aspetto. Interessante anche il durissimo scontro polemico che ha coinvolto Giorgio Israel, stretto collaboratore del ministro Gelmini, e Max Bruschi, coordinatore della “cabina di Regia” che ha elaborato la bozza delle “Indicazioni nazionali per i licei”, nei confronti di Claudio Gentili, direttore del settore “Education” di Confindustria, che ha analizzato e criticato a fondo le indicazioni stesse giudicandole un inaccettabile ritorno al nozionismo del tempo in cui “Berta filava”.
www.tuttoscuola.com

sabato 20 marzo 2010

"Infanzia".

www.rivistainfanzia.it/

Nel sito della rivista fondata da Piero Bertolini si ritrovano sia l’impostazione pedagogica sia l’attenzione alle questioni metodologico-didattiche dell’edizione cartacea, affrontate senza trascurare il peso che i problemi politico-istituzionali e gestionali hanno sulla effettiva possibilità di dare concretezza ed efficacia ai processi educativi per la prima e la seconda infanzia. L’indice dei numeri monografici e dei focus della rivista facilita sia una ricerca mirata sia l’organico approfondimento di tematiche particolarmente significative tanto per gli insegnanti quanto per i genitori.

"Cadmo".

http://www.francoangeli.it/riviste

Dal sito della Franco Angeli si possono aprire le pagine di “Cadmo”, rivista internazionale diretta da Benedetto Vertecchi . Ha una cadenza semestrale e si può acquistare sia la versione online sia l’edizione in cartaceo. Si occupa soprattutto di ricerca in campo educativo e di valutazione. Gli articoli pubblicati, secondo le norme ISI, sono metà in inglese e metà in altre lingue europee e dagli indici delle diverse annate si possono scegliere e acquistare o scaricare, se gratuiti, i titoli che interessano. Nel 2° fascicolo del 2009 il focus è l’educational assessment and accountability across Europe con articoli relativi sia ai sistemi scolastici inglese, svedese, tedesco e norvegese, sia a problematiche generali e metodologiche. Gli abstracts consentono una rapida selezione delle tematiche affrontate.

“Dirigenti scuola”.

http://dirigentiscuola.lascuolaconvoi.it

Nella home page di “Dirigenti scuola”, il bimestrale diretto da Cesare Scurati sono evidenziati i temi in “primo piano” con brevi schede di sintesi. Per accedere al testo completo, all’archivio e alle altre rubriche, nonché per effettuare eventuali acquisti on line occorre registrarsi. L’operazione è semplice e gratuita. Passando dal sito della casa editrice (www.lascuola.it), senza registrarsi, si può aprire la scheda dell’ultimo numero della rivista nell’edizione cartacea, con l’indice degli articoli, e relativa brevissima sintesi, assieme all’editoriale del direttore, scaricabile per intero.

domenica 21 febbraio 2010

La scuola delle riviste. In Internet e su carta.

Navigazioni e recensioni a cura di Loris Borghi.

sabato 20 febbraio 2010

Quattro siti, fra "essere Rivista", no e non solo.


http://www.educationduepuntozero.it
Sito molto ricco, graficamente chiaro e facile da esplorare. La home page elenca queste aree tematiche:
Curricoli e saperi
Didattica e apprendimento
Professione docente
Autonomia e organizzazione
Città educativa
Lifelong learning
Università
Scuola e lavoro
Valutazione.
Gli articoli, aggiornati molto frequentemente, sono firmati da docenti e dirigenti di tutti i livelli scolastici e consentono la pubblicazione di commenti dei lettori. Numerosi link facilitano approfondimenti sia sul web sia mediante indicazioni sulla collocazione nella rete delle biblioteche dei testi citati. Possibilità di interazione sul blog.


http://www. flcgil.it
Il sito è intestato alla Federazione Lavoratori della Conoscenza CGIL, nata,
nel 2004, dalla fusione tra la CGIL Scuola e il Sindacato Nazionale Università e Ricerca.
Dalla home page si può arrivare direttamente al “Giornale della effelleci”. Nel N° di gennaio, oltre alla dichiarazione dello stato di agitazione e alla conseguente partecipazione allo sciopero del 12 marzo e agli articoli sulle tematiche più attuali (riforma Gelmini, università, secondaria superiore, ecc.), si trova il “Documento politico del secondo congresso FLC CGIL”, documento che verrà discusso nelle assemblee di base.
I tre grandi campi in cui si sviluppa il lavoro della Federazione suddividono a loro volta i materiali pubblicati in rapporto alle categorie interessate. Per la Scuola: ATA, Docenti (infanzia, primo ciclo, secondo ciclo), Dirigenti, Formazione Professionale, Scuola Italiane all’estero, Scuola non statale, Precari . Per l’Università: AFAM, Docenti, Lettori e CEL, Tecnici Amministrativi, Università non statale, Precari. Per la Ricerca: Ricercatori tecnologi, Tecnici Amministrativi, Precari.
Interessanti i link con la CGIL, la Ediesse e il suo catalogo, le Edizioni Conoscenza e le sue collane, l’associazione professionale “Proteo Fare Sapere” che, assieme a corsi on-line su tematiche diverse, offre articoli, e-book e informazioni su iniziative di interesse culturale.

http://www. rivistadidattica.com
La “Rivista digitale della didattica” della Maggioli editore propone numerose rubriche su tematiche varie con materiali anche d’archivio. Fra le altre citiamo quelle dedicate agli “Alunni diversamente abili”, “Bibliografie e recensioni”, “Giornalini”, “Didattica multimediale povera”, “Unità di apprendimento” per la scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo e secondo grado. Purtroppo non tutte aggiornate di recente.

http://cidi.it
Nella home page vengono messe in “Primo piano” le tematiche di maggiore rilievo che la scuola si trova ad affrontare, le attività del “Centro Iniziativa Democratica Insegnanti”, le segnalazioni di temi attuali e rilevanti senza trascurare una selezione della stampa e uno “Spazio aperto” agli interventi dalle scuole e alle opinioni di quanti ritengano utile manifestarle, da qui si può accedere al blog (al 16/2 visitato 28457 volte) e all’archivio.
Nella colonna di sinistra il quadro dei campi in cui il sito si articola. Ci è sembrato stimolante quello su “Ricerca e didattica”. Qui, sotto il titolo di “Elaborazione” vengono raccolti contributi su questioni educative e didattiche di carattere sia generale sia attinente alle diverse discipline in rapporto ai diversi gradi scolastici ma sempre in una prospettiva di coerente verticalità. I temi sono: Chimica, Cittadinanza, Curricolo e competenze, Diritto ed Economia, Educazione linguistica, Educazione scientifica, Filosofia, Fisica, Indicazioni primo ciclo, Insuccesso dispersione recupero, Latino, Matematica, Modelli organizzativi, Obbligo di istruzione (Materiali per il biennio, Volumetto obbligo con articoli relativi a questioni teoriche e ai conseguenti risvolti pratici), Scienze umane, Storia, Studenti, Tecnologia, Valutazione. L’indice prosegue con “Esperienze didattiche” di educazione linguistica, educazione scientifica, filosofia, fisica, linguaggi, matematica, scienze umane, storia e geografia. In calce ad ogni articolo la mascherina per inviare un commento.
Non mancano recensioni e “link utili” con siti del ministero, dell’INVALSI, di alcune riviste, di associazioni, sindacati, Camera e Senato, comitati e istituzioni diverse, testate giornalistiche e attivi nella ricerca didattica.

Loris Borghi