venerdì 15 aprile 2011

www.scuolademocratica.it e www.educazionedemocratica.it

www.scuolademocratica.it

Dopo circa un decennio di silenzio “Scuola Democratica” riprende le pubblicazioni integrando la testata originale con “Learnig for democracy” per evidenziare sia la prospettiva internazionale, europea in particolare, in cui intende muoversi, sia per ampliare gli ambiti della propria riflessione a tutte le forme di apprendimento (formale, non formale, informale) e al loro rapporto con il consolidamento e lo sviluppo della democrazia. Distribuita da “Guerini e associati”, si presenta, anche in libreria, con tre numeri annuali di cui uno speciale. Direttore della nuova serie (da ora: SD) é ancora Luciano Benadusi, affiancato da Vittorio Campione (vicedirettore) e da un comitato di valutazione scientifica formato da A. Cavalli (Pavia), D. Checchi (Milano Bicocca), G. Chiosso (Torino), C. Pontecorvo (Roma Saspienza) e da una redazione formata da ricercatori dei diversi atenei. Questa nuova serie “intende offrirsi come luogo interdisciplinare, di riflessione, di approfondimento e di dibattito sull’intero campo dell’education e del learning con un’attenzione specifica a ciascuno dei suoi settori – la scuola, l’universitá, la formazione professionale e l’apprendimento permanente – ma anche guardando alle loro ionterrelazioni ed al rapporto che intrattengono con la societá nel suo insieme e con altri ambiti quali la cittadinanza e il lavoro.” Attorno a SD si è aggregata una “ community di docenti universitari, esperti, professionisti,… una rete di enti e associazioni con elevati ruoli di responsabilitá nei propri ambiti di interesse.”
Nel “Manifesto”, sottoscritto dai membri della community e pubblicato nel numero zero, vengono indicati gli elementi di continuitá con le linee della vecchia testata argomentando motivi e direzioni di sviluppo per adeguarli ai cambiamenti verificati nell’intervallo di silenzio. Innanzitutto il rapporto tra questioni educative e questioni sociali in riferimento al futuro della democrazia. Nonostatnte la scolarizzazione di massa le diseguaglianze sociali non sono diminuite il che spinge a una riflessione sulla “scuola giusta” che possa offrire effettive opportunitá ai “capaci e meritevoli” come richiede anche la nostra Costituzione. In secondo luogo sará mantenuto l’impegno di SD a favore dell’innovazione, specie nel momento in cui, rilevando gli elementi di criticitá del nostro sistema formativo, si assiste ad “un prorompente revival di passatismo”. Terzo elemento di continuitá é “la connotazione pragmatica della scelta di campo per l’innovazione” che deve essere sostenuta non solo da “buone teorie” ma anche dai risultati della ricerca empirica e della sperimentazione. Da questi aspetti deriva il taglio interdisciplinare e l’interesse per lo scenario internazionale che saranno elementi connotativi della rivista. All ’attualizzazione di questi elementi della propria tradizione SD vuole aggiungere l’attenzione all’apprendimento che, “nella triplice accezione di formale, informale e non formale, soppianta I termini tradizionali di educazione, istruzione , formazione e scuola” , data la sempre maggior pervasivitá dei nuovi media tecnologici. L’integrazione tra le differenti agenzie formative é, quindi, la sfida che occorre affrontare, in tutti I campi.
Nello stesso numero M. Lichtner in “Educare per la democrazia”riprende e commenta testi di Dewey ; P. Landi analizzando il presente cerca di delineare “Il futuro dell’educazione”.
Questi materiali, uniti ai nomi dei firmatari del “Manifesto” e all’indice del numero 1, suscitano non pochi motivi di interesse, specie in quanti hanno conosciuto e utilizzato la rivista negli, ormai non pochi, anni passati e siamo ragionevolmente convinti che, la pluralitá delle posizioni presenti unita alla dichiarata apertura al confronto fra punti di vista diversi, non deluderanno sia I “vecchi” lettori sia i nuovi.


www.educazionedemocratica.it

“Educazione democratica. Rivista di pedagogia politica” é nata nel gennaio del 2011. É un semestrale interamente e gratuitamente fruibile in rete oppure acquistabile in cartaceo. Diretta da Paolo Fasce - in redazione Dimitri Argiropoulos, Maria C. Averame, Simona Ferlini, Alain Goussot e Michele Ragone (coordinatore dell’associazione “Amici di Danilo Dolci”)-, è in attesa di registrazione presso il tribunale di Lecce. L’esplorazione del nesso tra “educazione autentica” (in quanto fondata sulla libertá e sull’autonomia dei soggetti coinvolti nel processo educativo) e “democrazia autentica” (in quanto “sistema nel quale tutti abbiano un potere reale” che non si esaurisca nel “rito formale, sporadico e sempre piú inconsapevole del voto” ) é lo scopo che la rivista si propone. Le “direttrici culturali” lungo le quali intende muovere la ricerca vengono individuate : nella pedagogia antiautoritaria e libertaria, dalla scuola di Jasnaja Polyana di Tolstoi alla descolarizzazione di Illich; nella pedagogia laica e democratica, da Dewey a Freire a Lamberto Borghi a Piero Bertolini; nella pedagogia della non-violenza di Aldo Capitini, Danilo Dolci e Don Milani; nel movimento internazionale per la democratic education e nei tentativi di scuole alternative (dalla Subdury Valley Schools alla scuola democratica di Hadera in Israele).Nel Primo numero un dossier sulle carceri mette a confronto la situazione italiana con alcune esperienze tese a rendere meno incompatibile la realtà carceraria con la dignità umana. Nella sezione “Esperienze e studi” un saggio di Yaacov Hecht, fondatore della “Scuola democratica” di Hadera motiva il principio-base dell’educazione democratica: “per un apprendimento reale ènecessario che ognuno possa esplorare liberamente il campo di esperienza che piú lo interessa andando oltre I percorsi proposti (imposti) dalla scuola”. Alain Goussot, con la bussola dell’attivismo europeo, esplora delicati problemi dell’educazione come la responsabilità educativa degli adulti, la disciplina, la valutazione, l’integrazione di allievi con bisogni speciali. Irene Stella firma una relazione sulla Scuola Democratica di Kapriole di Friburgo, mentre Antonio Friscarelli prende le mosse da alcuni dati della biografia di Gandhi per riflettere sul valore educativo della timidezza. La sezione “Note” é riservata a tematiche legate all’attualitá come il ricordo di Antoine de la Garanderie, le attività dell’associazione “Popoli in arte” e il suo impegno per la diffusione della pedagogia di Paulo Freire, il resoconto della conferenza annuale della Comunità Europea per l’Educazione Democratica ecc. I riferimenti dichiarati nel manifesto della rivista rimandano alla piú forte e consolidata tradizione della pedagogia progressista, alla sua stretta correlazione con gli ideali della democrazia specie se tradotti in concrete realizzazioni di strutture educative e di interventi nella societá. La possibilitá di utililzzare tali riferimenti come chiavi di lettura della realtá attuale per dibattere ed elaborare prospettive e proposte capaci di dare impulso e vigore innovativo a un sistema educativo spesso stanco ed avvilito da una colpevole (e consapevole ?) sottovalutazione della sua centralitá per il progresso (non solo per lo sviluppo!) della societá, puó risultare molto stimolante. Gli ostacoli e le resistenzeper incidere in modo profondo e diffuso sono peró molto forti e richiedono grande impegno intellettuale e politico, impegno che forse puó trovare terreno propizio nella reazione alle ultime e deleterie decisioni della politica nei confronti della scuola. Ci auguriamo perció che questa neonata voce possa trovare forza e vigore per unirsi efficacemente alle altre giá attive nella stessa direzione.